Nel guardare un’opera compiuta vien di fatto spontaneo pensare a chi l’ha portata a compimento. Si pensa, cioè, alla gioia immensa che deve aver provato l’artista. Sovente, invece, questa gioia non c’è. E le ragioni sono molteplici. Può accadere, ad esempio, che l’artista non abbia potuto materialmente resistere al compimento dell’opera sua; oppure, quand’anche avesse avuto la fortuna di giungere a vederla realizzata praticamente, ha dovuto, suo malgrado, perder le sue forze per arginare il peso del livore altrui, il veleno instillato dai suoi innumerevoli detrattori ma soprattutto la becera meschinità del volgo che spesso pesa anche più del resto. E’ chiaro che, una volta superate tutte queste peripezie, all’artista non rimane alcun attaccamento alla sua opera. Quando la Grande opera è compiuta l’artista (vero) è ben lieto d’affrancarsi da essa.
postato da PierreLouis alle ore 05:46 | “il Pianista” |