Noia creativa

La noia è una sensazione che tutti disapproviamo. Una sensazione avvilente. Ma non sempre è così. In ambito musicale c’è chi ha preso spunto da questa sensazione negativa per trovare nuovi stimoli e creare anche nuovi generi. Stamattina ho ascoltato una vecchia incisione di un grande trombettista jazz: Miles Davis. Alla fine degli anni ’40 Miles non era solo un giovane promettente: era un musicista di talento. Eppure Miles nel 1948 aveva appena 22 anni. Vestiva abiti firmati, era carino e, nonostante la sua bassa statura, era attorniato da donne bellissime. Miles ha saputo uscire dalle maglie imbrigliate del Be-bop, evolvendo la sua arte in nuove inusitate forme. Nella sua partecipazione a fianco del grande Charlie Parker troverà sempre un grande affiatamento. Tuttavia,  con i Reboppers ci sarà un momento di stasi. Un momento in cui la verve creativa sembrava essersi appannata. Una sorta di noia lo portava sempre più ad un senso di estraneità. Una cosa del genere in un altro musicista avrebbe provocato una stasi, un momento di non ritorno. Invece, il grande trombettista della “cinquantaduesima strada” saprà usare il “veleno” come un farmaco. Così nel 1950 registrerà  “Birth of the cool”. In questo Lp egli saprà fondere il linguaggio articolato (ma anche in un certo senso alquanto schematico) del Be-Bop con la musica orchestrale, arrivando persino a guardare verso la musica di più alto livello. Naturalmente in questa operazione di restyling avrà un enorme peso un’altra grande figura del Jazz: Gil Evans.

postato da PierreLouis alle ore 11:15 | Permalink | commenti (5) / commenti (5) (pop-up)
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#1 06 Gennaio 2008 – 11:26

La noia puo’ evolvere in crisi e una crisi e’ la risposta alle cose: è un invito al cambiamento, a percorrere nuove strade. In ‘Malfermo’ lui non va in crisi mai.
Auguriamoci una noia ‘ creativa’. e nuovi sbocchi, sempre.


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tullia65

#2 06 Gennaio 2008 – 11:38

Miles è un personaggio affascinante nonostante non sia più tra “noi”.
Come vedremo le “crisi” di Miles continueranno, fino alla fine…


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PierreLouis

#3 07 Gennaio 2008 – 17:58

Padre Amelio ritiene che una “sana” noia è provvidenziale per il nostro spirito, soprattutto quando lo disintossica dai veleni dell’iperattività e dalla corrosione della cosiddetta società civile.


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Lucciola29

#4 07 Gennaio 2008 – 18:28

Gentilissimo! Apprezzo le tue espressioni antropologiche e sociologiche.
Ciao!


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kavafis

#5 07 Luglio 2008 – 21:37

che bello questo punto di vista.
per molti Miles era scontroso, terribile, per chi lo ha conosciuto (parlo dell’amico Nunzio Rotondo) era un grande uomo che si lasciava trasportare dai sentimenti.
la rabbia di un giovane nero degli anni ’50,
la forza necessaria per uscire dal tunnel, l’amore come poesia universale,
il nuovo linguaggio da trovare per dialogare con le masse “del rock”.
la tua osservazione calza a pennello, anzi è perfettamente intonata, direi.
ciao,
continuo a sfogliare le tue pagine…


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jaz

Informazioni su Pierrelouis

Vivo in un'amena località del S.A., alle pendici di un Monte silente. Mi piace leggere e discorrere di musica, storia e politica. Amo incontrare persone con cui sia piacevole parlare. Poi il resto verrà da solo...
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