Primo: osservare, ascoltare, cercare anche di copiare il lavoro altrui, modificarlo, migliorarlo, ri- farlo da sé seguendo il proprio modo di fare, perfezionarlo per quanto è possibile, interiorizzare;
Secondo: eseguire con cura quanto appreso, mettere del proprio, riuscire a trasmettere parte di se, controllare e riguardare, modificare quanto fatto, rifare.
Terzo: Ø Distruggere tutto quanto fatto. Ricostruire con diverso sentire. Se non sarai mai soddisfatto del lavoro fatto, non demordere. Seguirai il tuo istinto fino al momento in cui dirai “ho finito”; a quel punto manderai tutto a monte. Seguirai l’ispirazione per fare tutto, la ragione non la vedrai più, l’intuito ti guiderà, le emozioni ti faranno male, sarai sopra la materia, non avrai ottenuto nulla, ti sentirai totalmente solo insieme ad altri con in comune soltanto una piccola grande cosa…
il dipinto: La Belle Rosine, 1847- di Antoine Wiertz
postato da Arom alle ore 17/06/2008 18:06 |
Commenti:
#1 17 Giugno 2008 – 18:44
Gran bel post.
Ma credo che ognuno segua un imperativo interiore, che non ha regole…
#2 18 Giugno 2008 – 05:16
Io penso che alla base di tutto debba esserci metodo…
#3 18 Giugno 2008 – 05:18
Si … però poi si finisce per rimanere artigiani…
#4 19 Giugno 2008 – 12:03
Il metodo è un ingrediente. Poi serve il talento. E per quello non c’è regola che tenga.
#5 19 Giugno 2008 – 14:37
Brava Tullia! Mi hai tolto le parole di bocca…