Amare è stancarsi di essere solo:
è dunque una vigliaccheria e un tradimento verso noi stessi
(e sovranamente importante non amare).
F. Pessoa, Il libro dell’inquietudineil dipinto: “Fabrizio Buttafava, La Solitudine”.
postato da PierreLouis alle ore 25/10/2008 06:04 |
#1 25 Ottobre 2008 – 06:12
Ti ho scoperto per caso e trovo il tuo blog e quanto scrivi molto interessante.
Ho letto poco, ma tornerò a trovarti presto
Buon fine settimana
#2 25 Ottobre 2008 – 06:40
Ti ringrazio per la visita.
Ricambio: buon week-end.
#3 25 Ottobre 2008 – 09:17
non ho afferrato la massima!
#4 25 Ottobre 2008 – 13:40
spero almeno che tu abbioa afferrato la minima
utente anonimo
#5 25 Ottobre 2008 – 17:11
Pessoa. si commenta con le dita al passo della musica in fretta si deve dire in fretta prima che la musica finisca. splendida musica che far volar le dita. Pessoa intuizione di un momento un volo oltre la linea del percorso della vita .anche ondeggiando sbilanciando equilibri si percorre sempre lo stesso tratto.e se si deraglia o si vola poi si ritorna nella strada maestra farabutta bastarda che si è attaccata alla nostra pelle. Pessoa le massime sono solo intuizione di un momento dire dare essere avere con l’affetto. domani altro affetto altra massima nelle mani. magari amare l’altro l’altra è amar solo se stessi ,quindi non si tradisce ma si gratifica il narciso ancor di più. Ciao pianista questa musica è malandrina . no non finisce anzi corre corre corre non va via. corro corro anzi no come disse Kafka prima di morire un attimo “vado vii io ”
#6 25 Ottobre 2008 – 19:35
C’è grande differenza nell’essere solo e nella sensazione di solitudine; chi non sa stare solo, è una persona che non sa stare con se stessa… chi sa stare da solo con se stesso è pronto a stare con altri.
Buon w-e
ciaooo
#7 26 Ottobre 2008 – 06:52
“La solitudine, Signor José, dichiarò solennemente il conservatore, non è mai stata una buona compagnia, le grandi tristezze, le grandi tentazioni, e i grandi errori sono quasi sempre il risultato di essere soli nella vita,…”
José Saramago, Tutti i nomi
utente anonimo
#8 26 Ottobre 2008 – 09:02
Qual è la follia che spinge certe razze di “piovre umane” ad isolarsi per “ossigenare” il proprio iO? E rimangono per lungo tempo senza muoversi, nello stesso posto, fino a quando immancabilmente sovviene la morte per inedia?
Queste sono le domande che vorrei porre a Pessoa e a chi la pensa come lui!
#9 26 Ottobre 2008 – 09:33
In fatto di amore umano sono state catalogate svariate e distinte forme….
Tutti conoscono la distinzione che faceva Stendhal..
Per inciso, penso che l’unico amore concepibile sia quello inteso come amore-passione. Per il resto sono d’accordo con Pessoa.
Siamo essere nati per accoppiarsi e procreare.
Questo è il punto di partenza, l’unica ragione
della nostra esistenza.
E ovviamente ciò vale sia per l’uomo che per la donna.
Credo poco alle dimensioni ultraterrene.
Non svalutiamoci, sopravvalutandoci: il Divino già risiede nella materia!
#10 26 Ottobre 2008 – 10:54
Nel Simposio, dove il rigore dell’analisi si accompagna sempre all’intento pedagogico, amore e filosofia non solo vanno d’accordo ma sono *indissolubili*. Vi è un itinerario razionale e misteriosofico da percorrere per colui che vuole entrare
nel tempio in cui è svelata la verità sull’amore. Il dialogo avviene
nell’ambito del “simposion”, un rito con le sue regole, presieduto da Dioniso, la divinità più enigmatica che la cultura greca abbia proposto. Il simposio avviene una volta che il banchetto è terminato:gli uomini di condizione libera, di età matura, sorseggiano del vino. Il discorso si svolge in maniera tale che ognuno dica la
sua sull’amore, tra gli altri è presente il commediografo Aristofane,
che non può parlare perché afflitto dal singhiozzo. Allora Platone si
rivolge a Erissimaco, medico della tradizione ippocratica. Erissimaco
consiglia ad Aristofane di starnutire per ristabilire il “kosmos”,
l’armonia naturale del suo corpo. Calmato il singhiozzo, il
commediografo può dire la sua sull’amore. Egli racconta un mito: la
nostra antica natura non è quella che noi abbiamo oggi, poiché in
origine gli uomini avevano forma sferica, quattro arti interiori,
quattro arti superiori, due teste e due sessi, erano “forti,
fortissimi, perfetti”. Si muovevano come saltimbanchi, ruotando sugli
arti. Per la loro forza si comportarono con “hybris”, “tracotanza”
verso Zeus. Egli li punì e, per ridurne la superbia, intervenne
tagliando a metà gli uomini originari. Da quel momento ciascuno di
noi è un “simbolon”, “ciò che è per essere ricostituito in unità”.
Ciascuno anela a ricostruire l’intero di cui siamo solo una parte, “e
mai ci si potrà placare nella ricerca di quell’uno che eravamo”.
Eros ci spinge verso questo obiettivo finale, che è anche “l’arché”,
il principio da cui veniamo. L’amore non è dunque malattia, ma ciò
che ci conduce a risanarci dal ‘taglio’ originario. Pensiamo di
perdere una parte di noi nel rapporto di coppia, ma, in realtà, solo
nel rapporto con l’altro acquistiamo l’altra parte di noi. Nessun
amore – dice Aristofane -è contro natura, poiché ogni uomo può
formare il suo “tutto” in maniera differente. Eros è la forza che ci
spinge a trovare la completezza perduta, non qualcosa che ci
svilisce.
Simone Weil diceva di Platone: “Platone è un mistico, l’ultimo dei
mistici dell’età d’oro greca, erede dei misteri pitagorici e orfici”.
#11 27 Ottobre 2008 – 10:25
Gli aforismi per me hanno valore solo come spunto di riflessione, in quanto attraverso di essi, si può affermare tutto e anche il contrario. Pessoa, Nietzsche, Saramago, ecc. sono essenzialmente uomini, e come tali vanno trattati.
#12 28 Ottobre 2008 – 16:54
Temo di non far comprendere la mia sofferenza da vigliacco e perciò ti commento il pensiero del Giorno di ieri in PVT.
#13 29 Ottobre 2008 – 19:38
Penso che l’amore sia una disintegrazione del proprio io, con quello che di buono e di negativo questo puo’ comportare.
Adoro Pessoa, ma c’è della verita’ in ognuno dei commenti – peraltro molto profondi e ben scritti – che ho letto. Concordo con l’idea di amore-passione. E’ la forma di amore che piu’ ci insegna a conoscere noi stessi. Il resto è quotidianita’, stanchezza, affetto, abitudine. Lo so, si puo’ non essere d’accordo con me. Ma questo ho imparato, vivendo, così come la vita stessa potrebbe smentirmi, e dirmi che si ama una volta sola e per sempre, e che ‘scherziamo’ sempre, quando chiudiamo una porta…
#14 29 Ottobre 2008 – 22:22
Forse hai ragione. E’ il nostro “io” a resistere a mettersi di traverso, sempre. Quando ciò avviene, l’amore diventa pos.sesso…
#15 30 Ottobre 2008 – 08:38
Il Cristo viene a dividere un falso amore fatto di possesso come se un dio geloso si sia ribellato al Padre per la Sua Misericordia verso la Polvere che doveva generare la Propria Eredità.
Ecco perchè io contrasto chi viene cercando amore, ma mi sporco e mi inchino per aiutare chi vuole Verità su questo mondo che non sfama … ma spreca tempo e spazio.
#16 02 Novembre 2008 – 05:33
La solitudine è condizione essenziale per chi pensa davvero… la vicinanza dell’altro non sempre apporta benefici.
Anzi…di solito peggiora lo stato della persona, annacquandola con falsi bisogni e RENDENDOA SENZA SPINA DORSALE con pensieri deboli …
#17 08 Novembre 2008 – 17:37
Ma , scriveva Luzi, l’amore aiuta anche ‘ a vivere, a durare’…
#18 25 Novembre 2008 – 11:06
“Amare è l’eterna innocenza, e l’unica innocenza, non pensare”
Mi andava di contribuire con un’altra massima pessoana. Ciao!