Anniversari

Oggi è il compleanno di Giuseppe Impastato, un uomo che riuscì a rompere una tradizione consolidata.  Il suo rigore etico lo portò a dissociarsi dalla cosa più cara al mondo: la famiglia. Giuseppe (Peppino per  gli amici), oggi, se fosse vivo, avrebbe 63 anni. A dispetto del suo aspetto alquanto dimesso, malconcio, trasandato, incontrandolo, sia pure incidentalmente attraverso i suoi scritti, ci si imbatte in un uomo dal carattere ferreo e di fermezza morale irriducibile. Un uomo che, con estremo coraggio e sprezzo del pericolo, andò consapevolmente incontro alla morte.  La famiglia di Peppino era mafiosa. Una famiglia come tante, in Sicilia. Peppino si trovò nella paradossale condizione di figlio e di irriducibile avversario di “Cosa Nostra”, per cui fu dapprima avvertito, e poi, alla fine, eliminato. Eliminato dalla scena politica siciliana ma non eliminato dal ricordo della gente che gli fu accanto e che ancora oggi lo ricorda e lo annovera fra gli eroi del Sud come esempio da imitare. La cosa buffa (se non fosse tragica) è il fenomeno paradossale che lo accompagnerà fino nella tomba: un eroe per alcuni, un “antieroe” per lo Stato-mafia che lo diffamò. Peppino Impastato è stato tradito persino dallo Stato. Si, dallo Stato. Uno Stato non interessato a far giustizia, ma solo intento a coprire il crimine e il malaffare. Gli esempi, in questi casi, non mancano.  Fu messa in atto una vera e propria azione di depistaggio, facendo passare l’efferato omicidio per un mancato attentato terroristico. Peppino, in altre parole, oltre a pagare con la propria vita la sua lotta sociale contro la Mafia, fu persino screditato sotto il profilo morale. Ciò nonostante i responsabili dell’omicidio furono immediatamente denunciati all’ autorità giudiziaria dalla madre e dal fratello. Dopo alterne vicende che hanno visto la giustizia soccombere ai “depistaggi” della malavita organizzata, dieci anni fa è arrivato un barlume di speranza: nel 2001 la Corte d’assise ha finalmente riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato altresì condannato all’ergastolo. Badalamenti e Palazzolo sono successivamente deceduti.
Forse non ci avete mai pensato ma la “tecnica del depistaggio” potrebbe essere la radice comune dei fenomeni  più importanti e “inspiegabili” della storia italiana. Per questo ed altri motivi, Peppino Impastato è consegnatario di una testimonianza vissuta e patita sul campo dell’ingiustizia. Noi cittadini abbiamo il dovere civile di conoscere appieno tutte queste vicende. Per questo Peppino va ricordato, non dimenticato.

Pubblicato da Pierre louis su Politica Mente, mercoledì, 5 gennaio 2011   a 08:34

Informazioni su Pierrelouis

Vivo in un'amena località del S.A., alle pendici di un Monte silente. Mi piace leggere e discorrere di musica, storia e politica. Amo incontrare persone con cui sia piacevole parlare. Poi il resto verrà da solo...
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