OGGI, 4 NOVEMBRE

giovedì, 04 novembre 2010

Con tutto il da fare che avevo, stavo quasi per dimenticare la cerimonia commemorativa in onore dei caduti in guerra. Me ne sono ricordato sul far della serata, all’imbrunire. Sinceramente, non comprendo il motivo di tanto giubilo per questa festa. Le guerre, tutte le guerre, anche quelle “nobili”, si portano appresso la morte e la miseria. L’odio per il “nemico”, il trionfo per una battaglia vinta, l’abbattimento di un avversario sono veramente cose per cui vale la pena dar fiato alle trombe? Certo, quando una causa è giusta… si dirà. Purtroppo, il più delle volte, le cause sono giuste perché le fanno apparire tali, non perché lo siano veramente. Una causa giusta potrebbe essere quella di un popolo sottomesso che si solleva “sponte” e si affranca dal dominio di un usurpatore, di un oppressore, di un nemico crudele, di un occupante che non lascia altra strada da percorrere. L’anniversario che festeggiamo oggi può dirsi veramente tale? Quanti furono i contadini, gli operai, gli artigiani che furono mandati allo sbaraglio sul “Piave”, mentre i loro generali rimanevano a distanza ad aspettare l’esito della battaglia? Quanti soldati sono morti nel fango delle trincee durante la Grande Guerra? Per fare cosa poi? Forse per strappare un fazzoletto di terra ad un altro popolo? A questo proposito mi sovviene alla mente un eloquente pellicola del bravissimo Stanley Kubrick: “Paths of Glory”. In quel film viene condensato il succo della guerra di trincea, il reale rapporto che esisteva fra ufficiali, sottufficiali e sottoposti, in un andirivieni di accuse che mostrano lapalissianamente il volto truce e meschino della vita in trincea. Non solo. Il Film svela in modo inequivocabile come i valori militari tanto declamati sono solo il risultato di una misera retorica, servile e di comodo, utile solo ai cosiddetti “signori della guerra”. L’assalto alla baionetta, l’avanzare intrepido degli arditi, le volate simboliche di un esaltato sciovinista come D’annunzio, sono molto più sentite da chi la guerra l’ha combattuta solo con le parole che da chi è rimasto mutilato sul campo di battaglia. Molte volte, in questi casi, si cerca di incolpare addirittura il fato; si rimanda il tutto ad una forza “sconosciuta ” che, per certe sue necessità imperscrutabili, trascinerebbe gli uomini a farsi guerra a vicenda, proprio come succede con le calamità naturali: terremoti, maremoti, uragani, ecc. In realtà ciò che appare come una lotta tra barbarie e civiltà, non è altro che una messa in scena ordita da abili burattinai che sanno muovere con estrema sagacia i fili della storia. Questo perché le guerre sono state eterodirette, in funzione imperialistica, soprattutto per ingenti interessi economici, per cui sin quando il popolo bue sarà succube di questi millantatori di “gloria”, di questi dispensatori di morte, non ci sarà alcuno scampo per la vita umana.

scritto e  pubblicano sul sito Piedimonterosso il 4 novembre dell’anno 2006.

.

postato da PierreLouis alle ore 12:11 | Permalink commenti (1)commenti (1) (pop-up) 

Informazioni su Pierrelouis

Vivo in un'amena località del S.A., alle pendici di un Monte silente. Mi piace leggere e discorrere di musica, storia e politica. Amo incontrare persone con cui sia piacevole parlare. Poi il resto verrà da solo...
Questa voce è stata pubblicata in Diari, Storia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.