Vuoti di memoria

    L’Italia è una Repubblica "democratica" solo sulla carta.



E’ ormai un dato acclarato: la metà degli italiani non percepisce la giornata della "liberazione" come una "festa nazionale".  A parte la retorica patriottarda prestampata su alcuni comunicati-fotocopia che sentiremo pubblicamente declamare qualche giorno prima, nulla di nuovo ci sarà anche quest’anno. Il 25 aprile viene comunemente percepito alla stregua di altre feste nazionali. In altre parole, con malcelata indifferenza.
Il valore dell’antifascismo sui cui si basa la carta costituzionale è oggi – di fatto –  scomparso.  Del resto ciò appare abbastanza logico o, comunque, conseguente alla discesa in campo di una cultura che prima era ridotta ai margini (o  come si diceva allora nella "fogna") e invece adesso si ritrova, nostro malgrado, al governo del paese.  Per decenni il 25 aprile e la Liberazione sono state oggetto di solenni e pompose celebrazioni, ma non di seri approfondimenti. Sono rimasti in vita, cioè,  solo stantie celebrazioni di regime,  "riti" stanchi, senza sostanza, per cui è stato obiettivamente difficile  discutere serenamente senza ombre,  veti e preconcetti.   Scade così – miseramente – nel dimenticatoio una data chiave della religione democratica antifascista. Sembra un dato incontrovertibile ma, più tempo passa, più ci si dimentica che il 25 Aprile 1945 cinque membri del CLN decretarono pieni poteri al CLNAI (comitato di liberazione nazionale dell’alta Italia per chi l’avesse dimenticato). Quest’ultimo manderà a morte i membri del governo fascista e i gerarchi colpevoli di aver soppresso le garanzie costituzionali, aver "tradito" il paese, conducendolo nel baratro della catastrofe.
Eppure, solo due lustri or sono, prima che se iniziasse di nuovo il conto da zero, gli atteggiamenti (almeno) erano alquanto diversi.
Tutti ricorderanno l’ondata di fischi che sommerse  una sindaca meneghina, allorquando, con spirito impavido, spingeva la carrozzella del papà invalido, lungo Corso Vittorio Emanuele durante la festa della “Liberazione”.  Il vecchio genitore, nonostante avesse fatto la resistenza, era pur sempre un liberale azionista filo monarchico per cui naturalmente inviso alle avanguardie dei centri sociali.  Due anni più tardi, il primo cittadino di Milano si defilò ed evitò di parteciparvi. Giampaolo Pansa, sicuramente non sospettabile di simpatie fasciste, ha tratteggiato cosa veramente accadde dopo l’aprile del ’45, scavando nel fosso del passato rimosso dalla guerra civile  in  Italia, portando alla luce tristi verità. Oggi anche gli antifascisti s’interrogano senza complessi sull’epos resistenziale e, soprattutto, suo verace fondamento. A Luciano Violante si deve il conio dei “ragazzi di Salò”, e la successiva equiparazione fra i caduti degni di ricordo. Ma gli ideali possono tutti rimanere sullo stesso piano? E’ possibile cioè equiparare il nazismo e il comunismo? E, se si, quali conseguenze pratiche attiverebbero?
Ad ogni buon conto nel comune sentire è come se questo cambiamento non avesse avuto l’effetto auspicato, o non fosse stato completamente registrato in modo positivo. Il 25 aprile è svanito lentamente, tra la disaffezione della sinistra, l’incuria del centrodestra e l’apologia faziosa di alcuni settori veterocomunisti, provocando lo sconcerto del radicalismo resistenziale che ha avuto come unico effetto l’ulteriore divisione su quello che dovrebbe rappresentare un momento di unione del Popolo italiano.  D’altra parte, però, occorre ribadire come fascismo e antifascismo non siano due realtà omologabili, in quanto, la Repubblica Italiana – lo si voglia o meno – nasce fondamentalmente come una Repubblica democratica antifascista. Per la verità, in questi anni, lo stesso antifascismo democratico ha ammesso, grazie a François Furet, la responsabilità di aver tenuto in vita un regime non meno totalitario di quello che aveva combattuto.  Ma rimane sempre l’interogativo posto prima, per cui non si esce dal cul de sac se non si risponde in modo convincente . C’è un problema di memoria storica. Ed è per questo che oggi è necessario ricordare senza tentennamenti e/o omissioni quella che fu la verità pura e semplice, senza aggettivi od artifizi retorici.

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Informazioni su Pierrelouis

Vivo in un'amena località del S.A., alle pendici di un Monte silente. Mi piace leggere e discorrere di musica, storia e politica. Amo incontrare persone con cui sia piacevole parlare. Poi il resto verrà da solo...
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4 risposte a Vuoti di memoria

  1. Morias ha detto:

    innanzi tutto la parola antifascismo non e' citata una sola volta nella costituzione italiana…

    in secondo luogo viene sempre il primo articolo della XII disposizione transitoria…ma mai il secondo, il quale dispone che dopo 5 anni i gerarchi fascisti e chiunque con orgoglio si definisse fascista…poteva tranquillamente candidarsi ed essere eletto in parlamento…o in senato.

    in terzo luogo mi pare che l'attuale destra non abbia NULLA a che vedere con cio' che e' stato il  fascismo ne nel bene e tanto meno nel male…..parificare berlusconi a mussolini e' assurdo…velleitario….oltremodo fuori discussione.

    La festa del 25 aprile…che dire…per me e' lutto ma non per  quello che vorrebbe il volgo…e' lutto perche'  siamo passati dai nazisti agli americani in una dittatura di cui berlusconi e' il sintomo piu' evidente. siamo schiavi come prima dell'unificazione di altri paesi dal punto di vista energetico… e altre cose…

    forse sarebbe ora di smetterla di pensare in chiave fascista ed antifascista ma considerare il bene di questo paese e basta… perche' a me  di vedere personaggi che opportunamente sventolano il tricolore… quando glielo dicono gli altri  mi fa piu' schifo che non vedere bandiere perche' pochi ci credono…una questione di coerenza.

    qui non e' una questione nazionalista e xenofoba come spesso sento  dire: io non mi sento migliore o peggiore di altri in quanto italiana. Penso pero' che esattamente come i libici…sia legittimo diritto di ogni cittadino del mondo poter vivere nel proprio paese, andare orgoglioso del proprio paese…e questo per me vale per tutti i popoli e tutte le nazioni che come le persone hanno i propri lati positivi e i propri lati negativi del carattere, l'uno e' bravo nella medicina e quindi fa il medico…l'altro…e' bravo a progettare case e quindi fara' l'ingegnere e l'architetto…mi spiego?

    quindi forse dopo 50 anni bisognerebbe riconsiderare cio' che significa il 25 aprile senza retorica ideologica….

  2. L'Antifascismo verace della Costituzione non sta nella XII disposizione transitoria e finale, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista,  ma  nei fondamenti e nell'architettura del sistema. La Costituzione rende impossibile ogni forma di "dittatura della maggioranza"…ed è per questo preciso motivo che adesso si sta cercando di demolire quel poco di buono che è stato fatto.  Se poi vogliamo dire che la Costituzione è stata "tradita", proprio in senso "fascista" allora siamo d'accordo. Su violante, Ciampi e quanti hanno tradito lo spirito della Liberazione equiparando Partigiani e repubblichini stenderei un velo pietoso.

  3. ElenaCurti ha detto:

    Il regime fascista – è vero-  non fu un regime liberale. E questo – conil senno di poi – è stato un bene, non un male.  Eppure nessun governo  dalla nascita dello stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso così vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria.  Potevaesser merito del potente apparato propagandistico del regime? No, di certo.
    Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione.
    E ciò malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilità della tesi grossolana della vulgata antifascista.  Il fascismo fu autoritario perchè intravvide in quella particolare contingenza storica ( massonica al 100%) l'unica via per raddrizzare quanto di storto fecero i governi liberali. Ma fu chiaro il presuopposto che si andasse verso un atteggiamento di apertura democratica.

  4. il regime fascista è stato un regime di criminali!
    Sulla memoria storica: http://resistenzarossa.splinder.com/post/23659596/recupero-della-memoria-storica

    PS:"Il cosmopolitismo senza patria, che nega il sentimento nazionale e l'idea di patria, non ha nulla a che spartire con l'internazionalismo proletario". G.DIMITROV

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