Complimenti

Sono refrattario ai complimenti. Mi piace, ovviamente, riceverne ma mi imbarazzano un po’ e succede che, solitamente, “smonto” il complimento appena ricevuto. Tutta colpa della mia cattiva educazione, ne sono certo. A forza di sentire che si è fatto solo il proprio dovere (per un buon voto) e cose così, si finisce col crescere senza l’attesa dei complimenti, i quali solitamente non arrivano e invece… quando succede mi trovo impreparato.

La prima volta che qualcuno ha osato dire che ero simpatico, sono arrossito e ho accolto la notizia come una spina nel fianco. Pensai: “adesso diventerò lo zibello di tutti…”.

In altri casi non sapevo cosa rispondere. Avevo all’epoca un largo ventaglio di risposte, risposte che ho usato ogni tanto. In caso di apprezzamento sulla pseudo-bellezza (i gusti sono gusti) ho sempre risposto che questa è soggettiva e varia in ogni posto del mondo.

Comunque non ho mai taciuto: rispondevo, certo che rispondevo, era il mio modo di ringraziare. Anni dopo, qualcuno mi disse che ad un complimento si risponde semplicemente con un grazie, che non è necessario aggiungere altro. Io ci ho provato. Ho provato a dire solamente grazie, ma suonava falso alle mie orecchie. Mi piaceva il complimento, ovvio che sì ma ero disabituato. E ancora oggi è così. Di fronte ad un complimento beh, non so come reagire. E sì che avrei l’età per saperlo fare… Ma. Già, c’è un sempre un ma. Ma poi, mi viene il dubbio di essere troppo laconico nel ringraziare o, al contrario, troppo petulante. Insomma, la famosa via di mezzo non l’ho ancora trovata. E sì che sarebbe ora di farlo. Allora mi arrampico sugli specchi. Cerco la famosa via di mezzo, cerco il famoso grazie che non sia melenso ma nemmeno spinoso. Un bel casino. Certo sopravvivo ma…temporeggio quando devo ringraziare. Qualcuno ha apprezzato qualche post in messaggeria, capita ogni tanto (un mistero per me, più grande del segreto di Fatima). Ho impiegato svariate ore prima di rispondere. Mica è facile. La mia impulsività mi suggeriva di rispondere che certo se in edicola era esaurita anche l’ultima copia della Gazzetta dello Sport, in fondo, i miei post si potevano pure leggere, ma poi, non mi sembrava una risposta da dare. Perché, personalmente, in mancanza di lettura potrei anche costruirmi tutta una storia leggendo l’elenco telefonico e di sicuro sarebbe un racconto denso di personaggi. E allora ho taciuto. Certo, potevo rispondere con un grazie anche il tuo è bello. Ma sarebbe stato banale. Avrei potuto ignorare il complimento, ma insomma, un complimento fa piacere ed è cosa buona e giusta rispondere. Alla fine ho ringraziato e basta, in modo forse secco o ironico. Dipende da come si vuole leggere.

Facebook è luogo particolare, mi piace, sia chiaro, ma… Il solito ma. Ma. E’ una esibizione bella e buona e per uno che si veste in modo anonimo, non è facile da gestire. Però, sto imparando. Ci provo, almeno. Perché anch’io sotto sotto ho una mia vanità, perché nasconderlo. E, quando mi capita di rileggere quanto scritto in precedenza, soffro perché ci sono le parole più adatte che non si sono affacciate al momento giusto e, ovviamente, non oso più correggere, perché ormai è “andata”. Qualcuno ha definito tutto questo un eccesso di perfezionismo. E ho sorriso perché, insomma, proprio perfezionista non sono, ma si vede che di tare ne ho tante e anche ben nascoste.

Lo so che tutte queste parole escono dalla cartella più affollata del disco rigido che è il mio cervello, cartella che ha un nome ben preciso: elucubrazioni, paranoie, divagazioni e non aggiungo altro. A ripensarci bene, nemmeno la cartella è così ben definita, ma di sicuro è arcipiena. Piena di tutte queste considerazioni che occupano spazio ma non portano da nessuna parte.

Non è colpa mia, sono fatto così.

Informazioni su Pierrelouis

Vivo in un'amena località del S.A., alle pendici di un Monte silente. Mi piace leggere e discorrere di musica, storia e politica. Amo incontrare persone con cui sia piacevole parlare. Poi il resto verrà da solo...
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